AD EUNDEM PER QUAM ILLUSTREM DOMINUM
DIEGUM DE
MENDOZA AD PAULUM III PON. MAX.
CAESAREUM LEGATUM.
ANGELI THYI DE MORCIANO, YDRUNTINI
SCHOLAE PATAVINAE
PUBLICI PROFESSORIS, PRAECOGNITIONES
IN LIBRO PORPHIRII.
Ammonius in prohemio expositionis Porphirii,
dans subiectum et intentionem, dicit Porphirii intentionem esse
de his quinque vocibus, scilicet genere, specie, differentia,
proprio et accidente. Sed Ammonius confuse et indistincte
loquitur (503), triplex est subiectum, quoddam
totale, quoddam principale, quoddam vero partiale, ipse autem non
distinguit de quo loquitur.
Secundo, quando quaerimus quid sit subiectum in
libro, quaeritur subiectum totale, non autem partiale, ipse autem
respondet per subiecta partialia, genus et species, et
unumquodque istorum est subiectum partiale in libro Porphirii,
non autem totale. Respondet igitur Ammonius per illud quod non
quaeritur.
Quod autem unumquodque istorum partiale sit
subiectum probatur, declaratum est enim latius in quaesito de
subiecto logices, et diximus esse illud quod consideratur in
parte artis, et non comprehendit totam artem, unumquodque istorum
est huiusmodi, ergo.
Tertio (504) liber et
scientia est una ab unitate subiecti, si ergo subiectum in hoc
libro Porphirii essent ista quinque, ergo quinque forent libri et
non unus, quod est quam maxime falsum. Nec potest quis dicere
quod omnia reducantur ad unum, impossibilis enim est talis
reductio.
Tum quoniam ad quod omnia reducuntur est
subiectum totale, quod debet esse tamquam genus comprehendens
omnia tamquam species, vel ut principia, vel ut passiones per se
ipsius, ut clare patet, non datur aliquid istorum, ad quae alia
reducantur his praedictis modis.
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ALLO STESSO ILLUSTRISSIMO DON DIEGO
DE MENDOZA
AMBASCIATORE IMPERIALE PRESSO IL
PAPA PAOLO III
DI ANGELO THIO DI MORCIANO IN TERRA
D' OTRANTO,
PUBBLICO PROFESSORE DELLA SCUOLA DI
PADOVA,
LE PRECOGNIZIONI NEL LIBRO DI
PORFIRIO.
Ammonio nel proemio del "Commento di Porfirio", nel dare
l’oggetto e l’intenzione, dice che l’intenzione
di Porfirio riguarda queste cinque voci: il genere, la specie, la
differenza, il proprio, l’accidente. Ma Ammonio parla in
maniera confusa e indistinta (503);
l’oggetto è triplice: totale, principale, parziale;
egli stesso, invece, non distingue di quale parla.
In secondo luogo, quando ci chiediamo che cosa
sia l’oggetto nel libro, si cerca l’oggetto totale,
non quello parziale; egli stesso, poi, risponde per mezzo degli
oggetti parziali, il genere e la specie: ciascuno di essi
è l’oggetto parziale nel libro di Porfirio, non
l’oggetto totale. Ammonio, dunque, risponde per mezzo di
ciò che non viene cercato.
Che, poi, ciascuno di essi sia un oggetto
parziale è dimostrato: infatti è stato spiegato
più ampiamente nel quesito intorno all’oggetto della
logica e abbiamo detto che l’oggetto parziale è
quello che viene considerato in una parte dell’arte e non
abbraccia tutta quanta l’arte; ciascuno di essi è di
tal guisa, quindi è un oggetto parziale.
In terzo luogo (504) il
libro è uno, e la scienza è una in base
all’unità dell’oggetto: se, dunque,
l’oggetto in questo libro di Porfirio fosse costituito dai
cinque predicabili, i libri sarebbero conseguentemente cinque e
non uno solo; il che è del tutto falso. Né qualcuno
può dire che tutti i predicabili si riducono ad uno solo:
tale riduzione, infatti, è impossibile.
Allora, poiché ciò cui vengono
ricondotte tutte le cose è l’oggetto totale, il
quale deve essere come il genere comprendente tutte le cose, come
le specie o i principi o le passioni "per sé" dello stesso
oggetto, come è chiaramente evidente, non viene data
nessuna di queste cose cui vengono ricondotte le altre nei modi
predetti.
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